La città di Reggio Calabria, capoluogo di Provincia, insieme a Napoli e Taranto, è sede di uno tra i più importanti musei archeologici dedicati alla Magna Grecia (dove sono custoditi i famosi Bronzi di Riace, rara testimonianza della scultura bronzea greca, divenuti tra i simboli della città), di due giovani università (la “Mediterranea” e la “Dante Alighieri”) e del Consiglio Regionale della Calabria.
È la prima città della regione per antichità e nonostante la sua antica fondazione – Ρηγιον fu un’importante e fiorente colonia magnogreca – si presenta con un impianto urbano moderno, effetto del catastrofico terremoto che il 28 dicembre 1908 distrusse gran parte dell’abitato.
Il suo sistema urbano, costretto dallo stretto di Messina e coronato alle spalle dalle ultime propaggini dell’Appennino, rappresenta uno dei principali poli economici e di servizio regionale ma anche una delle massime concentrazioni di nodi e attrezzature per i trasporti e naturale struttura logistica della Regione verso le coste meridionali del Mediterraneo.
Il centro storico, costituito prevalentemente da palazzi dalle linee liberty, ha uno sviluppo lineare lungo la costa calabra dello stretto con strade parallele al lungomare punteggiato di magnolie, palme e piante rare o esotiche.
Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria
Il Museo archeologico di Reggio Calabria o Museo nazionale della Magna Grecia è uno storico ed importante ente di conservazione della cultura italiana, in possesso di una delle più ragguardevoli collezioni di reperti provenienti dalla Magna Grecia.
Formato inizialmente da un nucleo di materiale ceduto dal museo civico della città, sorto nel XIX secolo, il Museo archeologico nazionale della Magna Grecia è cresciuto poi con i molti reperti, frutto delle varie campagne di scavo condotte fino ad oggi dalla Soprintendenza archeologica della Calabria.
Oggi i nuovi reperti calabresi non sono più riuniti e custoditi in un museo unico, ma sono esposti in quelle località archeologiche nelle quali nuovi ritrovamenti hanno permesso d’allestire dei piccoli musei locali (Crotone, Locri, Roccelletta di Borgia, Sibari, Vibo Valentia, Lamezia Terme) che oggi affiancano il museo reggino.
All’interno del Museo di Reggio Calabria sono ospitati i famosissimi Bronzi di Riace.
Le due statue, rinvenute il 16 agosto 1972 nei pressi di Riace, in provincia di Reggio Calabria, sono considerate tra i capolavori scultorei più significativi dell’arte greca, e tra le testimonianze dirette dei grandi maestri scultori dell’età classica. Le ipotesi sulla provenienza e sugli autori delle statue sono diverse, ma non esistono ancora elementi che permettano di attribuire con certezza le opere ad uno specifico scultore. I Bronzi si trovano al Museo nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria e sono diventati uno dei simboli della città stessa.
Lungomare Italo Falcomatà
E’ una delle vie più note di Reggio Calabria. È dedicato al sindaco Italo Falcomatà, protagonista e ispiratore della “Primavera di Reggio”.
Di gran lunga più esteso di un chilometro (circa 1,7 km precisamente da piazza Indipendenza a piazza Garibaldi), il lungomare del centro storico di Reggio occupa l’area costiera compresa tra il porto ed il fortino a Mare (l’antico Castelnuovo nei pressi di punta Calamizzi). È costituito dalle quattro vie lungomare Falcomatà, lungomare Matteotti, corso Vittorio Emanuele III e viale Genoese Zerbi, ma tutta l’area viene generalmente identificata come via Marina.
Il lungomare di Reggio viene spesso chiamato “il più bel chilometro d’Italia“, forse anche per via del miraggio della Fata Morgana, interessante fenomeno ottico visibile solo dalla costa calabra, da cui ha origine il mito per effetto del quale è possibile vedere le immagini ravvicinate della Sicilia riflesse e dal mare.
Castello Aragonese
Il castello aragonese di Reggio Calabria è la principale fortificazione della città, sorge nell’omonima piazza Castello tra la via Aschenez e la via Possidonea.
Esso è considerato, insieme ai Bronzi di Riace, uno dei principali simboli storici della città di Reggio. Dal 1956 ospita l’osservatorio dell’Istituto nazionale di geofisica.